Arcani Maggiori
Già dal titolo, La Papessa, ci viene alla mente una donna che per due anni regnò sulla Chiesa, la papessa Giovanna e, secondo alcuni, morì lapidata, per altri, di parto.
La carta nacque in epoca medievale, con riferimento alla leggenda appena citata.
Orbene, secondo alcuni ricercatori australiani, pare che sia esistita davvero e lo testimoniano le monete franche ritrovate, risalenti all’alto Medioevo.
Addirittura la setta dei Guglielmiti (fondata da Guglielma di Boemia nel XIII secolo) reclamava una vita più attiva ed ugualitaria all’interno del cattolicesimo.
E, la sua iniziatrice fu nominata papa, esattamente per rinnovare la Chiesa.
Non fu la sola papessa, perfino la sua erede spirituale, Maifreda da Pirovano venne eletta sacerdote e papa.
Come possiamo ben immaginare, la Chiesa Cattolica perseguitò la setta e le ossa di Guglielma (all’epoca venerata santa) furono bruciate, così le sue immagini, per porre fine al culto e frenare fedeli e seguaci.
Finirono allo steso modo Maifreda e il teologo Andrea Saramita.
Il simbolo della Papessa è emblematico, una delle carte più famose e ricca di significato.
Come è rappresentata? Tenendo in conto la differenza tra i mazzi di Tarocchi, diciamo che generalmente questa carta raffigura una donna in abito corale seduta su un trono con un libro aperto (il libro della vita) e lo sguardo dritto davanti a sé, simbolo del sapere e della conoscenza come lo sono anche le chiavi.
Le linee del libro sono otto in una pagina e nove in un’altra, il numero diciassette rimanda all’Arcano della Stella.
Ha un alto stato di coscienza e non ha bisogno di spiegare nulla.
La Papessa
Questa carta ha un significato positivo, un arcano che rinvia alla rigorosità e al dogmatismo. Le colonne simboleggiano il bene e il male, la morte e la vita, le tenebre e la luce.
Il numero della Papessa è il 2, la gestazione (ricordo che la papessa Giovanna era incinta) e la meditazione.
Si unisce lo spirituale e il materiale, un incontro tra Dio e l’uomo, tra il maschile e il femminile.
E’ anche un emblema di speranza per i diritti delle donne, il simbolo esoterico della scienza, della sapienza. L’elemento è l’acqua, il nome divino e Bachour e la lettera ebraica è la Beth.
La carta della Papessa ha un altro significato intenso: la fuga dalle violenze sessuali per dedicarsi alla contemplazione ed alla meditazione.
Ricordiamo che ai tempo della papessa Giovanna, i pontefici avevano relazioni senza nessuna restrizione, seminando figli ovunque e, gli episodi di orde violatore erano abbastanza comuni. In questa prospettiva, il libro che tiene sulle ginocchia la Papessa è un ammonimento alla vita dissoluta e un richiamo a seguire le vie del Signore.
Papessa
Etimologicamente, il termine papessa, racchiude la realtà completa: persone, cose, oggetti, sentimenti, emozioni, sensazioni…
Riflettendo su tutte le vicende esposte, ben possiamo affermare l’importanza simbolica di tale Arcano Maggiore legata al Mistero, a ciò che deve essere ancora svelato e rivelato.
Papessa
Il numero due lo attesta, nella conoscenza che va coltivata, nella ricerca continua dell’unione tra gli elementi, ha in sé una grande energia femminile, una forza tesa verso la congiunzione della dualità con il Tutto, nell’equilibrio e nell’armonia.
Il segno zodiacale del 2 è il Toro, il pianeta è Venere, l’elemento dominante è la Terra.
Questo numero rappresenta inoltre la missione di ognuno sulla terra ed è simbolo della diplomazia e dell’adattabilità.
Passiamo ora alla seconda lettera dell’alfabeto ebraico. È anche la seconda di quello fenicio, arabo, aramaico e nella ghematria rappresenta il numero 2.
Beth, vuol dire casa ed è la prima lettera della Torah. Non è casuale perché la scelta della prima lettera dei libri del Pentateuco non compete all’essere umano.
Inoltre la lettera Beth richiama le colonne del tempio, così come le troviamo in questo Arcano Maggiore e la raffigurazione è una linea retta tra due punti, la Luna.
La Beth rappresenta altresì la bocca, la parola che il Creatore ha donato alla sua creatura.
Il motto dell’Arcano: “Sono colei che resta nel tempio. Cerca il mio volto dentro la tua essenza“.